Disturbo bipolare
Nel disturbo bipolare, le due opposte polarità del tono dell’umore (depressione e mania) si presentano associate con un’alternanza di episodi maniacali e depressivi intervallati da periodi più o meno lunghi di normotimia. Le manifestazioni cliniche degli episodi di innalzamento patologico del tono dell’umore permettono di distinguere i disturbi bipolari in Disturbo bipolare di tipo I (con episodi maniacali) e di tipo II (con episodi ipomaniacali). La mania si differenzia dall’ipomania sia per una maggiore intensità e durata dei sintomi sia per la possibile presenza di manifestazioni psicotiche.
I principali sintomi che caratterizzano un episodio di tipo maniacale sono:
- Ridotto bisogno di sonno
- Eloquio rapido e pressante, intrusivo
- Aumento e attivazione accompagnati da sintomi depressivi
- Fuga delle idee, bruschi cambiamenti di pensiero, distraibilità
- Eccessiva pianificazione e partecipazione ad attività multiple
- Aumento della libido
- Aumento della socievolezza
- Irrequietezza
- Grandiosità, scarso giudizio
In termini generali, una persona che attraversa un episodio di mania vive tendenzialmente uno stato di eccitazione e benessere eccessivi ed estremi. Il tono dell’umore espanso non viene in genere modificato nemmeno da eventuali eventi di vita avversi. L’individuo in una fase di mania può avvertire una sensazione di potere o invulnerabilità e di grandezza sino a perdere il corretto esame di realtà e manifestare sintomi di natura psicotica. Nel corso della mania non è infrequente commettere azioni impulsive, sconsiderate o rischiose.
Il disturbo bipolare ha un’incidenza sulla popolazione tra l’1 e il 2% e colpisce indistintamente sia gli uomini che le donne.
Attualmente, non sono del tutto conosciute le cause del disturbo bipolare. Si reputa che diversi fattori di natura genetica, biochimica e ambientale possano concorrere al suo sviluppo e mantenimento.
In genere il primo episodio di malattia si verifica dopo la maggiore età, tra i 18 e i 30 anni, per poi ripresentarsi nel corso dell’arco della vita. Gli episodi, se non curati, diventano sempre più frequenti e invalidanti con una riduzione della durata delle fasi libere di malattia (normotimia). Si assiste inoltre a una significativa compromissione del funzionamento individuale sul piano sociale, relazionale e lavorativo nel caso del Disturbo bipolare di tipo I.
Terapia farmacologica
Gli obiettivi principali del trattamento farmacologico del disturbo bipolare sono la stabilizzazione dell’umore, ovvero ridurre frequenza e gravità degli episodi maniacali e depressivi, e la prevenzione delle ricadute. Per raggiungere questi obiettivi è solitamente necessaria una cura farmacologica rappresentata prevalentemente da tre categorie di farmaci, spesso utilizzati in associazione:
- Stabilizzatori dell’umore (per esempio Sali di litio)
- Anticonvulsivanti (per esempio Acido Valproico)
- Antidepressivi
- Antipsicotici
In aggiunta ai farmaci, sono fondamentali la psicoterapia, la terapia familiare e gli interventi di psico educazione indirizzati non solo i pazienti ma anche i famigliari per aiutare le persone a comprendere la natura del disturbo e a riconoscere i fattori di rischio associati alle ricadute.